"Scrivere poesie non è difficile.Difficile è viverle.." Charles Bukowsky

venerdì 8 gennaio 2016

Canta ragazzina (...pensando a mia madre)






(ascoltando questa canzone degli anni '60 ho voluto comporre questa poesia per mia madre)


Disegnavi con le dita magici ghirigori
sopra le nubi del cielo adriatico.

Un tailleur di colore bianco 
donava grazia ai tuoi sedicianni
come gioielli incastonati nell'estate del '77.

Fotogrammi di un'eta che lentamente
si perdevano nel diario della tua vita.

Canta ragazzina sotto l'olmo antico
sognando i baci di fotoromanzi 
lasciati sul letto di tua madre.

Canta ragazzina nell'ascolto di note 
di un mangiadischi di colore rosso,
mentre sulle tue labbra scendeva
quel residuo di gelato alla fragola
che colorava intensamente i tuoi sogni.

Canta ragazzina qui il mio animo è sereno,
la vita è andata così...persa tra bambole
e pargoli da fasciare a vent'anni,
solo tu hai edificato il sogno di uno spazio,
uno spazio aperto, libero, forse infinito
nell'impossibile conta del tempo 
il silenzio parla di piu' di una parola
mentre tu saluti per l'ultima volta
una città deserta persa nel grigiore nebbioso
di un giorno di fine gennaio.

(...pensando a mia madre)

sabato 2 gennaio 2016

Bianca luna





Dolci colombe risalgono il cielo immenso,
trasportando l’angoscia morente di una poesia.

Anfratti cinestetici  adombrano sillabe 
che s’addensano multiformi
nella forza disumana delle mie parole.

Questa  poesia vive nella  verita’ feconda,
nella sua logica anticonvenzionale,...

e senz’alcuna esasperazione  figurativa
riassume l’infinita polivalenza 
d'una esistenza che rappresenta 
la geometria persa nella sua variabile d'amore.

Io vivo stancamente nell'impossibilità
che una stesura di sillabe  acroamatiche
si perdano nel silenzio assoluto
di una cella di misera speranza.

Nel calvario  delle ore spente
lessi alla follia le parole di Puskin,
versi che persi nelle emozioni della notte 
dicevano in silenzio:

" Ti amai, anche se forse ancora 
non è spento del tutto l'amore"

E da allora nulla fu' cosi appagante.

Sognai nel calvario della mia vita
un dedalo di  purissime emozioni
raccolte nell’incanto di un mattino,
quando rubavo il tempo alla verità
di un fotogramma immobile, fragile,
sindone immensa scolpita nei tuoi occhi.

 Ora  ci rimane un legame dissonante
che muore nella cerchia di parole,
un volto appassito che disperde 
cristalli di pianto nella notte
disegnando una bianca luna
 sulle dolci onde del mare.