Ora sei li che riposi, Montemaggio Sante,
in quell’immenso cimitero di collina
laddove ipocriti, ladri, farisei, puttanieri,
politicanti di mezza tacca, vili, ignoranti
sfruttatori della società, “risiedono” anche
loro
nel folto pertugio consolatorio dell’anonimato
.
Tu hai sempre lodato gli uomini del popolo,
amavi tutti coloro che per gli ideali umani urlavano
la rabbia di giustizia sociale, la sete di
riscatto proletario,
la voglia di vedere quattro “luridi” padroni
con le braghe calate.
Carissimo nonno, oggi come allora ricordo il tuo dileggiare
dei pensieri
striscianti di uomini ricchi e facoltosi
che per quattro sporchi denari compravano le
coscienze
ad umili operai e contadini; putride latrine di un potere volgare.
Oggi mi ritrovo incollato ai tuoi
fotogrammi di quella ironia feconda
che forgiava l’animo di un fanciullo e che
nel tempo stesso rendeva grazia
ridendo e piangendo nel ricordo del sorriso e della tua bontà.
In questo mese d’Ottobre sono ritornato a Fermo
e mi sono adagiato
nella culla dei ricordi,
osservando quella strada in salita di Sant’Agostino,
dove
da ragazzino ti vedevo sopra il rosso “Motom”,
e tu t’ avvicinavi a
me dicendomi: “Oh ciao bellezza!!”
.
Ed io, per un gioco perverso ti leggevo a gran voce
il manifesto a lutto dell’assessore democristiano
morto
dopo aver rubato le ultime “marchette” al popolo, e tu imperterrito con
la tua sigaretta di trinciato “Alfa” sornione mi dicevi senza peli sulla
lingua:
” Finalmente si è tolto dai coglioni”.
Questo è il mio quaderno, questi sono i miei
pensieri nonno,
...sono per te e per chi li leggera’.