Nessuno mai leggerà
la mestizia che trasuda
dalle ceneri del cuore.
Non ci saranno confessioni
nei ricordi del tempo,
e neppure ci saranno mani giunte
dentro chiese vuote.
Forse qualcuno sfoglierà
questo foglio scolorito dal dolore
laddove nessuna poesia
sarà pietrificata da volti appassiti.
Io non ho l'arroganza della diversità;
quel sapere inutile e sottile della speranza
che ti annienta in quelle notti che non ti dico.
Mi fermo qui. Solo al buio.
I poeti talvolta sono presuntuosi,
fuggono dalla razionalità meschina
di un mondo eternamente opaco
spento dai respiri nauseabondi
e convivono dentro un mare in tempesta
persi come naviganti alla deriva.
Il sommo Kant usava dire:
"Pensare a volte ci rende sensibili"
ma questa evanescenza deturpa
il senso d'una ampia vertigine
che immonda si conficca
nei meandri dell'antica nostalgia.
Ora come tutti i poeti di strada
mi ritrovo a setacciare un alfabeto muto,
un assurdo gioco d'azzardo
per estrarre una lettera o consonante
che mai comporrà l'esatta combinazione
ma la voglia di giocare la mia esistenziale partita
diviene enigma ed ammicca le omertà
di queste consapevoli e rassegnate agonie.
diviene enigma ed ammicca le omertà
di queste consapevoli e rassegnate agonie.
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