Mi ritrovo qui, a vivere un giorno in più,
attendendo con mani vuote l'origine della notte.
Cerco un moto perpetuo nella mia anima,
forse lo cerco dentro una scarna pietà,
oppure nel gorgo fertile d'una verità mai esistita.
Cosi', almeno per una notte non piango di dolore,
ma resto fisso nell'immensa memoria di un tempo
che lentamente sfugge all'arsura temporale dei pensieri.
Ripassano nella memoria quelle frasi imponenti
del "Tractatus... " di Wittgenstein
laddove nessun programma logistico
puo' indurmi nella sua proposizione matematica
ad amare il grande mistero di Dio.
E sulla stessa montagna dell'universo
scorgo le mille irridescenze della nostra vita,
la vastità dell'orizzonte che s'addensa nei simulacri
di quelle divinità che mai hanno raggiunto i nostri cuori.
Mi sento adagiato nei confini dell'esistenza.
Ora, non posso che aspettare l'attesa d'un folle ritorno,
e vorrei pregare nel libero arbitrio d'un pensiero fecondo.
Ma tutto tace nella penombra di questa stanza,
ed io resto senza dolore in un cielo privo di stelle.
E tu, incognita ancestrale finalmente riavrai
la tua nuvola d'oro distesa lungo il perimetro dell'esistenza
come l'infinita purezza d'una candida veste d'amore.
-copyright-
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