"Scrivere poesie non è difficile.Difficile è viverle.." Charles Bukowsky

venerdì 30 gennaio 2015

Vecchio mulino




Un ricordo  attonito cerchia la mia mente.

Nella cantica notturna del rivolo d’acqua
tace solitario il vecchio mulino
laddove una macina di pietra secolare
riposa nella ruggine del grano dorato.

Questo silenzio è rotto da lente preghiere
un coro di donne vestite a lutto
recitano le ultime parole di un rosario
perse nel vasto tepore della sera 


Tutt’attorno si rende dono al respiro.

Il mio peccato raccoglie un cristallo di luna
e scende lungo il perimetro dei nostri cuori 
in modo invisibile, dolce, assente da tristi pensieri.

Impossibile è l’impresa di sognare un limite.

Le stelle  s’accendono nell’infinita galassia,
uno specchio riflette il movimento cinetico
di pale stanche come il volto di un’uomo 
che svaniscono dolcemente
nel canto soave di una litania d'amore.

domenica 25 gennaio 2015

Ciao amore, ciao...




Non esistono motivi dell’anima

quando un lamento
ti penetra nel vuoto infinito
e tu, inerte, 
fissi l’universo che ti circonda.


Sfere di pensieri notturni

hanno girovagato nel cuore

come gitani solitari 
ubriachi di vino e stelle lucenti.

Sottili malinconie quotidiane

volteggiano in frammenti di dolore


e respirano il peregrinare del giorno

dentro un  racconto di stanche parole.


Ogni voce d’amore

veleggia tra le ombre del corpo

ricamando l’immenso urlo del vento
laddove un pianto straziante
percorre la mente devastata dal male.

 Tutto tace.

Forse non ci sara' neppure il tempo
per deludere un respiro di vita.

Vortice irreale di questo abisso profondo… 

giovedì 15 gennaio 2015

Lacrima di luce




Triste è il racconto della nostra vita.

Astratte composizioni restano appese
dentro una realta' opaca, illimite,
simbionte di  sillabe e manoscritti 
cancellati dalla voce dei ricordi.


Germogliano agonie sopra spirali di fumo.

Voci mendicanti si perdono nei cuori solitari,
 mentre nella valle di questo tormento
mi chiedo se  il confine del vivere
rinasce là dove i sogni s'infrangono dalla paura.

Il vagito della sera mi trasporta nei ricordi lontani,
nell’ascolto di sensazioni finite,
nell’immenso riflesso di una luna morente.

Una recondita armonia dell’anima
diviene l’incanto della mia passione , del mio vivere,
il desiderio di un tramonto che vive sulla tua pelle.


Ti guardo assorto, rapito dai mille colori del tuo sorriso
-un quadro di Monet che riecheggia nel tuo intimo-
il battito veloce di una palpebra dipinto in un rigo di gioia.

Le dune di questa poetica
s’immortalano dentro le rime d'una lucida follia
ed il gioco insperato di un intreccio d'abbracci
restano solinghi nel tremore dei nostri sguardi.

Vorrei cullarti sulla giostra dei giorni futuri,
dedicarti un calore impetuoso che lievita nella felicità,
rapire un sentimento per donarlo ad un’orizzonte sconosciuto.

Ma tutto tace.

Siamo composti di solitudine.

Catene che pesano nel grembo
come il turbinio del vento
che spande silenzio nella notte.

L’oscura lucciola divorata dal buio
che disegna cristalli impazziti di luce.

Così remoti nello splendore dell'aurora,

Così persi  dentro una lacrima di luce.

giovedì 8 gennaio 2015

Solo tu





Non esiste un luogo
a questo mio girovagare.

Tutto si è spento attorno a me.

Mi seduce solamente il riflesso
del giorno che muore
là dove ogni voce solitaria
 trasuda un germe d’amore.

Le mie labbra stanche
sigillano l’eterna memoria
che inerte si ricompone
nel tremore di foglie secche.

Sillabe di rugiada cadono lente
nel pentagramma della nostra vita.

Vorrei mutare la folle esistenza
e liberarmi dell’inganno solenne
fuggendo dal pentimento dell’ anima
per ritrovarmi tra il sapore del pane
e l’armonia dissonante del cuore.

Rimane solo un pugno di terra scura
la stessa terra che lentamente offusca 
lo strazio di un respiro morente.

Solo tu passasti incantevole nella gioia
che da vicino mi porta la notte
e tra diffuse genti giungesti in lacrime
sotto una corona di stelle splendenti
fortemente rapita nel triste vuoto
di questi miei dolcissimi versi...

sabato 3 gennaio 2015

L'ultimo viaggio





Una luce ispira il limite
della mia esistenza.

Un timore diffuso, fragile,
 che s'infrange nella mente
come macerie pregresse
raccolte in un campo di croci.

Stasera ho ascoltato un gemito.

L'ho ascoltato nell'intimo del cuore,
nella profonda vastità dell'anima,
laddove la pace non ha esiti
e neppure negoziati e ne privilegi.

Sono stato incatenata
lungo la perfidia della mia vita
e nessuna libertà ha visto
il vero volto dell'alba nascente.

Osservo una strada contorta 
che disegna l'ennesima corolla
del mio ampio respiro. 

Ogni dolcezza umana si perde
nelle viscere  di un gorgo d'amore.

Ma ogni parola, ogni pensiero,
iniziano a volteggiare lungo un baratro
di un interminabile precipizio di follia.

Nessun turbamento umano
s’adombra nel vortice di uno spazio
che solingo scompare nelle trame
di sillabe logorate dal vento.

Cosi’ è la vita chiusa nelle sue pupille,
così è l’esodo di corpi senz’alcun approdo,
così è il gemito del condannato a morte,
così è l’ultimo viaggio di una donna sola.