"Scrivere poesie non è difficile.Difficile è viverle.." Charles Bukowsky

martedì 19 agosto 2014

Recensione alla raccolta di poesie "Lanterne per riconoscermi" di Maria Luisa Mazzarini




Conosco da tempo l’amica e poetessa Maria Luisa Mazzarini, e vorrei affermare senza timori di sorta d’esserne intellettualmente onorato per la stesura di questa recensione inerente la sua ultima raccolta di poesie dal titolo “Lanterne per riconoscermi” edito dalla casa editrice Divinafollia.

Ho letto e riletto con attenzione questa silloge,  ed ho potuto ritrovare nelle parole dell’autrice  le note più autentiche della poesia stessa là dove la sensibilità umana tende a dipingere, seppur in forma ermetica, quella strada  fatta di sogni, di doni, di emozioni, di illusioni, di abbracci e di baci… frutti talvolta aspri, incompresi,… ma sempre lontani dal carattere di insapore cosmesi che hanno i prodotti di serie.

“Taci/Non aggiungere parole/a un silenzio/pieno di voci/Il cielo/il mare/il vento/ Ascolta/il cuore della notte/fino all’aba/ora si parliamo,/tenendoci per mano”
Versi che non perdono mai il contatto con il cuore, versi che sanno volgere lo sguardo sia al rigagnolo delle emozioni che scorrono  accanto al cielo in perenne mutamento di colori e segni. 

E’ questa  la poesia che nasce dalla sua totale liberazione dell’anima, lontana  da toni epigonali e stanche ripetizioni, da sperimentalismi crespi di qualsiasi sorta.

“A tocco lieve/di soffioni d’erbe/nel vento si perdono/Eppure/d’essenza d’amore vivevano./solitari/sul ramo cantano/usignoli”
Ecco la bellezza che è nella luce che esalta la natura delle cose e che non si somma, ma si amalgama nei giochi di sovrapposizione a partire dai suoi elementi più piccoli.

La concretezza dei versi si fonde con un’esigenza comunicativa aperta agli altri e alla ricerca di parole che svelino il senso delle relazioni umane, frammenti del proprio io, che aderiscono ai luoghi e ricordi del suo essere donna.

In Maria Luisa predomina lo sguardo che si sofferma sui particolari, coglie stati d’animo e colori ma tutto rimescola nelle insolite traiettorie della poesia:

“D’assenzio/labbra serrate/senza rossetto/a interrogare/un perché/perso/nel silenzio/d’un orgoglio/senza luna”

Chi scruta, guarda, sbircia, vede e, insieme, tesse fili, lo fa spesso guardando non solo indietro, al ricordo, ma innanzi a sé, «al di là del vetro», sa cogliere la luce giusta e, con moto proprio, illumina, indirizzando lo sguardo di chi legge e ascolta, il dettaglio e l’insieme, il colore e il candore. 

Illumina scene presenti e passate, oggetti cari a chi scrive e carichi di “segni”: cieli di stelle e perle di smeraldi incastonati nelle spirali di una vita senz’alcun respiro.

“Dal giardino/nevicano fiori/Su tende velate di rosa/veste/di sogni…”
Una poetica, quella di Maria Luisa Mazzarini, che rivendica la propria dignità ad esistere facendone la ragione stessa del fare poesia, al pari di metafore che divengono al tempo stesso  creature che si espandono dall'essere al divenire.

Da qui la creaturalità, che si snoda in un ciclo continuo proprio della femminilità per eccellenza, un incipit che immette nell'atmosfera di una scrittura romantica, fascinosa e sapienziale, propria dei connotati sematici delle sue parole, le stesse  che diventano  ritmo del corpo, chronos dello spazio, anche in una visionarietà onirica. 

Concludendo vorrei sottolineare come la poesia di Maria Luisa Mazzarini  sceglie un linguaggio semplice per descrivere la complessità dell’ego e dell’anima.

L’accessibilità del linguaggio è un merito conquistato a dispetto di chi facilita in apparenza, ma banalizza nella sostanza. Il mondo nelle cose si percorre in volo e si torna a ripercorrere per scelta, soffermandosi ogni volta su un aspetto nuovo, diverso, ma articola e argomenta un invito ad aguzzare lo sguardo e, di conseguenza, a operare scelte.

A tal fine ho voluto scegliere un aforisma di un celebre filoso e poeta a me caro – Khalil Gibran – lo stesso usava dire:  “Vorrei che andaste incontro al sole e al vento con la pelle, più che con il vestito, perchè il respiro della vita è nella luce solare e la mano della vita è nel vento.

2 commenti:

  1. Carissimo Emilio, leggendo questa tua recensione mi è venuta la pelle d'oca....complimenti a te e all'artista. Un abbraccio.

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    1. ciao simona....una recensione che rispecchia l'autrice in questione.....nel suo spirito poetico. Un abbraccio Emilio

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