Carissimi
lettori, mi è gradito presentarvi una
poetessa contemporanea, Miriam Badiani, conosciuta in modo occasionale in quel
fantastico mondo variegato del social web in internet.
Da
una prima lettura dei poemi sono rimasto colpito dalla sensibilita’ della sua
lirica, testimonianza di una singolare liberta’ d’accento e ricchezza
espressiva.
Bisogna
sottolineare che ci troviamo di fronte ad una riuscita straordinaria, non tanto
per la natura della ricerca della perfezione metrica e dei suoi risultati,
quanto, invece, per l’implicita e chiara dimostrazione che per la sua
intrinseca vitalita’ le liriche possono affrontare la fusione con materiale
riflessivo, risolvendo nell’atto dell’incontro i suoi bisogni formali:
“Ascolto il silenzio/di un’estate trascinata/nei falò del tramonto.
Siamo ciò che rimane al risveglio/negli angoli
nascosti dell’ alba-“
Ogni
poesia di Miriam nasce da uno slancio esistenziale laddove questa peculiarita’ viene
ottemperata in modo elegante, dolce, non aggressivo,…mai ridondante e,
soprattutto, lontano da rigurgiti retorici. Per lo piu’ la sua poesia diviene
forza interiore che sviluppa una concezione vitale dove la poesia
non è piu’ “ leggenda” bensi’ movimento costante dell’intero essere vivente.
A volte, nel suo percorso introspettivo
sussiste una ricerca velatamente tormentosa ai propri interrogativi ma, la
ricerca o analisi stessa, diviene sempre lucente, capace di raggiungere cristalli
di pura ontologia e di etica umana senz’alcuna banalita’ ai contenuti stessi.
Dominano
nelle sue parole il respiro dell’anima
in uno spazio di liberta’ assoluta:
“ Avremo mani per poi sostenerci/
trasportati da venti
più leggeri/
rivivendo ogni volta
il sapore/
dei gesti che
abbiamo adorato”
mettendo
in moto tutto l’essere del microcosmo
poetico stesso cesellandolo in settori dove tutto è “hebel”, cioe’: vento,
soffio, Dio che e’ silenzio, sogno che si infrange all’alba, goccia che
evapora, silenzi rarefatti…
Disperazione
ed amore diventano categorie del suo pensiero, una necessità coinvolgente che
sconfina nella dolce canzone in cui la logica dei sentimenti si compone nella
colorazione assai piu’ impegnativa anche se il comune denominatore ispirativo
rimane quello esistenziale
“Non esiste arrivederci più dolce/nella distanza di un bacio d’amore”
una
verita’ prettamente “umana” non poetica; un magma in attesa di prendere forma
ed essere modellato laddove ogni essere umano conduce la propria esistenza rintuzzando
il proprio male contenendolo nel grande bacino del sentimento e dell’amore.
Concludendo
vorrei citare un pensiero ed un aforisma di un filosofo a me caro, Tagore, per
allinearli al dettato della lirica di Miriam Badiani,…lo stesso usava dire:
“Non
piangere quando tramonta il sole, le lacrime ti impedirebbero di vedere le
stelle”.
“La
lezione piu’ importante che l’uomo possa imparare in vita sua non è che nel
mondo esiste il dolore,ma che dipende da noi trarne profitto, che ci è
consentito trasformarlo in gioia”.
Ho scelto tre delle sue liriche che meglio si
identificano con l’anima della poetessa:
FARFALLA DI CENERE
Ascolto il silenzio
di un’estate trascinata
nei falò del tramonto.
Dondola una farfalla nera
sui fiori della memoria.
Dolce amarezza
nella fragile danza
volta alle ombre.
La bellezza
nella morte
dalle ceneri rinasce.
DISTANZA
DI UN BACIO
Siamo ciò che rimane al
risveglio
negli angoli nascosti dell’ alba
quando silenziosi e rarefatti
ci rivestiamo di ciechi bagliori
Avremo mani per poi sostenerci
trasportati da venti più leggeri
rivivendo ogni volta il sapore
dei gesti che abbiamo adorato
Solo la tua bocca potrà
consumare
ogni mia fiamma tracciata nel
buio
Non esiste arrivederci più dolce
nella distanza di un bacio
d’amore
FRAMMENTO ROSSO
Non guardare,
Ariel.
La luna è solo
pietra
tra stelle oscure
in attesa di una
Luce
quando Dio è
silenzio.
Chiudi gli occhi.
Angeli che
bruciano trafitti
sugli altari
dell’uomo
È qui l’ultimo
volo.
A sinistra piccolo
cuore.
Non esiste pietà
solo gelido fumo.
Lacrime
dall’Inferno
per ardere
all’Alba.
Un frammento
rosso.
Le ali , Ariel.